Ce la possiamo fare di Enzo Costa, presidente nazionale.
Il 2018 sarà un anno ricco di impegni e di passione, lavoreremo per avviare l’adeguamento della nostra associazione alle nuove regole che la riforma del terzo settore ha introdotto e, contemporaneamente, abbiamo già lanciato una impegnativa campagna per il tesseramento.
Il Consiglio delle Regioni che si è riunito il 16 di novembre ha definito gli obiettivi che regione per regione l’Auser si propone di raggiungere, nel 2018 vogliamo superare i 325.000 iscritti, vogliamo crescere, sarà l’anno in cui il nuovo assetto legislativo riconoscerà le reti nazionali e noi vogliamo iscriverci al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore con l’orgoglio di chi si presenta con un dato di crescita mai raggiunto nel passato.
Per realizzare gli obiettivi che insieme ci siamo dati dobbiamo aggiungere, al prezioso lavoro che già svolgiamo, un pizzico di passione e di orgoglio di appartenenza in più. L’Auser che cresce rappresenta, sia all’interno che all’esterno, il giusto riconoscimento per il prezioso contributo che i nostri volontari e le nostre volontarie danno all’intera comunità.
Far crescere la “nostra” associazione deve essere l’obiettivo e il risultato di tutti i nostri associati. Proviamo a lanciare una campagna di sensibilizzazione dove ogni nostro volontario/a o associato/a si impegna a trovarne almeno altri due, a Natale oltre ai regali che ci fa piacere fare proviamo a regalare anche una tessera Auser, magari al nostro vicino di casa che tende ad isolarsi e a diventare un po’ “orso”, con la tessera Auser regaliamo nuove relazioni, nuova socializzazione, nuova vita.
Proviamo ad immaginare che una società capace di aprirsi agli “altri”, che sa essere più inclusiva, più bella e fa vivere meglio tutti, finiamo il 2017 e iniziamo l’anno nuovo rilanciando l’associazionismo e la solidarietà verso chi è più fragile, verso chi ha bisogno del nostro aiuto, apriamoci e rendiamo partecipi tutti che esistono ancora luoghi e contesti dove si può trovare, e provare, la gioia di vivere insieme alle altre persone occupandoci contemporaneamente degli altri e di noi stessi.
Non a caso l’immagine che accompagna la campagna per il tesseramento 2018 rappresenta due persone che si elevano per inseguire un sogno ben descritto nella frase: “L’Auser: un insieme di vite e di esperienze, di umanità e solidarietà, una ricchezza fatta di tante persone di tutte le età che formano un’unica, grande associazione per l’invecchiamento attivo.”
Nel 2018 l’utilizzo dell’applicativo informatico unico dovrà caratterizzare la rendicontazione di tutta la nostra attività, della contabilità e del tesseramento, ci servirà per rispondere alla domanda di trasparenza che la riforma del terzo settore ci impone, alla stesura del nostro bilancio sociale.
Tutti atti che andranno resi pubblici e condivisi con i nostri associati e i nostri sostenitori, è un aspetto fondamentale per dimostrare a noi stessi e agli altri che l’Auser è una casa di vetro dove tutto viene fatto alla luce del sole, una associazione di cui ci si può fidare. Il 2018 sarà anche l’anno in cui rilanceremo la campagna per la domiciliarità che vuol dire: poter esercitare il diritto di invecchiare nella propria casa.
Sono tante le cose che mancano nel nostro paese perché quel diritto sia effettivamente esigibile:
- manca l’ascensore nel 76% delle case abitate dai nostri anziani,
- l’assistenza domiciliare integrata (ADI) è presente solo nel 51% dei comuni italiani e anche l’assistenza sociale più ci allontaniamo dai grandi centri più latita.
Con il cambiamento demografico che il mondo intero sta vivendo è utile, se non indispensabile, ripensare e rivedere il nostro modello di sviluppo, dobbiamo ricostruire un esempio di città ideale che recupera modelli di urbanizzazione (connettere centro e periferie, rivitalizzare il quartiere), tecnologie, piani di mobilità che migliorano la qualità della vita dei cittadini e contemporaneamente favoriscono lo sviluppo in chiave sostenibile.
Lo dobbiamo fare pensando a cosa serve ad una persona anziana, tra qualche anno saranno circa il 30% dell’intera popolazione, per poterla far vivere nella sua autonomia e dentro una comunità che la accoglie, anche perché dove vive bene un anziano vivono meglio tutti. Accrescere la consapevolezza sui temi riguardanti gli anziani e mostrare apprezzamento per il contributo che le persone danno alla società, proteggerne i diritti e la dignità sarà la nostra attività principale.
Non lasceremo cadere la proposta di legge per l’invecchiamento attivo, perché porsi il problema di consentire alle persone anziane di contribuire all’andamento delle loro famiglie, della comunità e della società in generale significa lavorare per l’attuazione dell’Agenda 2030 e del piano internazionale d’azione per l’invecchiamento di Madrid, attualmente in fase di terza revisione e valutazione.
Enzo Costa - Presidente nazionale Auser
(da Auser Informa novembre-dicembre 2017)