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I GIOVEDI' DELL'UPEL-"IL GRAND TOUR ovvero L’ARTE DEL VIAGGIO"

Con il termine GRAND TOUR si intende quel fenomeno che si afferma a partire dal XVII e culmina nel secolo XVIII e oltre, che vede viaggiatori - appartenenti a classi sociali aristocratiche e facoltose -  affrontare lunghi viaggi che toccavano le principali capitali europee, con l’imprescindibile meta dell’Italia, quale luogo di bellezze e testimonianze storiche di fondamentale importanza, ma non solo.

Milano, Firenze, Venezia, Roma, Napoli erano le tappe imprescindibili, ma anche Genova, Bologna, Padova, fino a spingersi giù in Sicilia.

I viaggiatori più dotti ed appassionati delle varietà di paesaggio, di usi e costumi e luoghi d’arte, percorrevano in lungo e in largo il territorio italiano visitando anche gli entroterra, le zone archeologiche e molti altri luoghi della nostra penisola. Il viaggio era ritenuto una occasione di arricchimento ma anche di formazione per i più giovani, a completamento degli studi compiuti e per acquisire conoscenze ed esperienze utili per le proprie future occupazioni e per la vita.

Da queste straordinarie esperienze, ricche di variabili, ha avuto origine una ricca letteratura di diari, reportage, guide utili per futuri viaggiatori.

Ma soprattutto ha stimolato la produzione artistica di un genere pittorico che ha avuto un grandissimo successo, che ha compreso l’opera di artisti stranieri e italiani, legati al mandato di una ricca committenza e collezionisti d’arte, che amavano arricchire le proprie dimore con vedute di città e capricci del paesaggio italiano.

Ed è soprattutto questo l’oggetto della relazione: la storia di un fenomeno artistico che ha segnato il successo di molti artisti noti - tra cui, per citare due nomi di spicco, Canaletto e Piranesi – e meno noti al grande pubblico, ma di altissima qualità, le cui opere sono conservate ancor oggi in molte importanti collezioni private e musei pubblici, e che hanno celebrato il culto per l’Italia, come luogo di memorie artistiche e paesaggi d’eccezione.

Immagine Bernardo Bellotto, Public domain, da Wikimedia Commons

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